Storia

La residenza storica del Baglio dei Moziesi 

È stata costruita dal Capostipite di questa gloriosa Famiglia – Patri Nino Monteleone -  intorno al 1906 dopo  il suo insediamento  - per acquisto - nei possedimenti di Birgi-  dal Sen.Abele Damiani.

Ciò è avvenuto a seguito della cessione della sua Isola di San Pantaleo (già Mozia) a  Giuseppe Withaker (Archeologo). Detta  dimora familiare  è stata donata  alla figlia Filippa…. ed oggi è pervenuta  ai pronipoti Giuseppe e Serenella che  hanno provveduto a  ristrutturarla  e destinarla in parte, in “Casa Vacanze”. Serenella accoglie  i graditi Ospiti che vogliono godersi, un soggiorno  incantevole…..e, prima di illustrare un po’ di storia familiare, ……augura ai suoi Ospiti

Buona Sicilia…. in questo fantastico “Baglio dei Moziesi.

Circondata dalle placide acque della laguna dello Stagnone di  Marsala, di fronte l’abitato di…..BIRGI,  si trova la piccola ed incantevole isola di San Pantaleo (già Mozia), un tempo colonia Fenicia, ed oggi luogo ricco non solo di storia e cultura, ma anche di pregevoli bellezze naturali. Un luogo assolutamente da visitare.

Per raggiungere “San Pantaleo -  Mozia” occorre prendere  un traghetto. Una volta giunti sull’isola occorre pagare un biglietto d’ingresso..  Non appena ci si è guardati intorno, si è ampiamente affascinati dalla straordinaria bellezza del luogo.

San Pantaleo Mothia

 

Storia dell’isola San Pantaleo (Mozia) 

Grazie alla sua particolare e positiva posizione strategica, è sempre stata luogo ideale per lo scambio delle merci. I primi ad approdare sull’isola furono i Fenici, nell’VIII secolo a.C., che la trasformarono in una fiorente cittadina. Per difendersi dagli attacchi dei nemici vennero edificate delle alte mura che resero l’isola inespugnabile per parecchio tempo, resistendo agli attacchi dei Greci prima e dei Cartaginesi dopo.

Ma nel 397 a.C. la città di Mozia venne invasa, bruciata e distrutta dalle truppe siracusane guidate dal crudele e dispotico tiranno Dionisio il Vecchio. Gli abitanti fuggirono e si ripararono sulla terra ferma e l’isola rimase abbandonata per parecchi secoli. Nell’XI secolo d.C. durante la dominazione Normanna, Mozia fu donata all’abbazia di Santa Maria della Grotta di Marsala e divenne sede dei Monaci Basiliani di Palermo, che diedero poi essi stessi il nome San Pantaleo all’isola, dedicandola al proprio Santo fondatore dell’ordine.

Nel XVI secolo l’isola passò ai gesuiti, e nel 1792 fu data come feudo al Notaio Rosario Alagna di San Pantaleo (Mozia) insignito con il titolo di Barone , il quale iniziò gli scavi archeologici alla ricerca dei reperti storici del passato. San Pantaleo (Mozia) conobbe un periodo di splendore quando, nel 1902, il nobile inglese Joseph Whitaker decise di costruire qui la sua abitazione. La famiglia Whitaker si era stabilita in Sicilia alla fine dell’800, avviando una fiorente esportazione del vino di Marsala. Quando Joseph scoprì l’isola di San Pantaleo (Mozia), ne rimase colpito, sia per la sua bellezza, sia per lo straordinario valore archeologico. 

Acquistò quindi l’isola e, con la collaborazione dei vecchi abitanti proprietari, esplorò Mozia in lungo ed in largo, portando alla luce i resti dell’antica città fenicia, oltre ad una vasta serie di reperti che oggi sono visibili nel museo Withaker (la vecchia abitazione di Joseph). 

I Vecchi Proprietari (le Famiglie Monteleone, Pulizzi e Bavetta) con il ricavato della vendita dell’Isola acquistarono una grande proprietà nel sito di Birgi ed una di queste Famiglie – Monteleone - grazie al suo anziano Patri Ninu  (Padre Nino) si trasferirono sul litorale dopo aver rilevato la Proprietà del Sen. Abele Damiani.  Patri Ninu costrui una abitazione per i suoi  7 figli  / Nicolò, Francesco, Giuseppe, Filippa, Benedetta, Maricchia, Anna (ogni abitazione dotata del  suo Magazzino per la lavorazione e lo stoccaggio dei vini).

famiglia monteleone

In quella della figlia Filippa, i loro discendenti - Peppino e Serenella   sono lieti  di ospitarVi per offrivi un soggiorno piacevole all’insegna di momenti  di una cultura Siciliana  autentica, ancora viva nel suo fascino delle antiche usanze.